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Thomas G. West, dislessico, autore del libro “L’occhio della mente”, ha trattato di pensatori visivi, computer, grafica e visualizzazione dei dati, ricerca neurologica e persone dotate con dislessia e altre difficoltà di apprendimento. Egli lavora al Krasnow Institute, presso il Center for the Study of Dyslexia and Talent. West identifica le qualità riscontrate nei dislessici:
“Hanno un modo di pensare più visuale, procedono cioè per associazioni di immagini e mostrano un approccio più globale ai problemi con particolari abilità nel comprendere i sistemi complessi negli affari economici e nelle scienze. Rivelano una particolare propensione per l’arte ma anche per le nuove tecnologie, la scienza e l’ingegneria. Se oggi i dislessici sono spesso gli ultimi della classe, diventeranno sicuramente i primi nel mondo futuro all’insegna delle tecnologie.
È come se, per compensare tali deficit, vengano potenziate altre caratteristiche.
I dislessici, afferma ancora West, hanno un ottimo potere di visualizzazione, inclusa la visualizzazione in tre dimensioni; questo può essere un fattore inestimabile nel campo della grafica computerizzata. L’uso della visualizzazione può aiutare a compensare le difficoltà nella memoria a breve termine. L’”alfabetizzazione visuale” è la base delle nuove tecnologie.
I dislessici hanno estrema difficoltà nella lettura, ma se gli stessi dati sono organizzati in un sistema diverso, che può essere una figura, una mappa o altre forme di visualizzazione, ecco che per queste persone cambia tutto: esse riescono a capire l’informazione senza problemi, anzi con maggiore facilità.
Il dislessico usa una forma di pensiero nel quale le immagini sono generate o richiamate alla mente e manipolate, ricoperte, tradotte, associate con altre forme simili. Esse possono essere ruotate, ingrandite o ridotte, distorte oppure trasformate gradualmente da un’immagine familiare a un’altra.
Le nuove tecnologie sfruttano le capacità del cervello umano di “parlare” per immagini. Per molto tempo ha imperato la convinzione che l’approccio visuale fosse quasi primitivo, che le immagini o i diagrammi servissero ai principianti.
Questa idea sta cambiando e si apre, finalmente, uno spazio alle persone con problemi di dislessia, che potranno esprimere tutto il loro talento”.
Rossella Grenci, Le Aquile sono nate per volare. Il genio creativo nei bambini dislessici

2 commenti su “DISLESSIA: L’OCCHIO DELLA MENTE”

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