L’articolo scritto per Education.2 sta creando una certa attenzione sull’argomento DSA e questo mi fa molto piacere. Intanto, sempre sullo stesso sito (vi invito a visitarlo con attenzione!), viene pubblicato un nuovo articolo, una forma di risposta/prosieguo del mio. E’ a firma del dirigente scolastico Stefano Stefanel. Ritengo che abbia individuato in pieno il problema e lo ringrazio per la lucidità e obiettività del suo scritto.

Vi riporto la conclusione dell’articolo che vi consiglio di leggere per intero:

“L’alunno ha bisogno di interventi organici e sistematici, non di un certo buonismo o di una “comprensione” che conclude nella valutazione tutta l’attenzione verso i DSA. E soprattutto non ha bisogno che i DSA vengano affrontati attraverso ordini di servizio, obblighi o adempimenti, come troppi docenti tendono a chiedere. Questo presuppone una notevole formazione e la comprensione che la soluzione di problemi didattici ed educativi non è mai di tipo medico. La corsa alla certificazione dell’handicap delle scuole italiane non indica un desiderio di integrazione, ma una volontà palese a spostare sul versante medico i problemi didattici o educativi. Spostare tutto questo sui DSA porta solo complicazioni e non soluzioni.

Perché la questione dei DSA è una delle questioni che possono cambiare la scuola italiana se affrontata nel modo giusto, ritengo fondamentale agire a livello di sistema e quindi partendo dall’organizzazione scolastica e non solo dalla sensibilizzazione dei singoli docenti.”

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