dyslexia_brain

Gli studiosi continuano ad essere attratti dal tema della dislessia e a studiare come funziona il cervello dei dislessici confrontato con quello dei normolettori.

Ed ecco che l’ultima ricerca dell’ Università Cattolica di Leuven, pubblicata qualche giorno fa su Science, ci dice che il problema sarebbe dovuto a “connessioni cerebrali difettose”.

Il dottor Boets e colleghi hanno esaminato i cervelli di 22 soggetti non dislessici e 23 adulti con il disturbo durante l’ascolto di vocali e consonanti, sottoponendoli a ripetute analisi per esplorare se il grado di connettività tra le regioni deputate al linguaggio differisse nei due gruppi. Ebbene, stando ai risultati, la comunicazione tra regione frontale e regione temporale sembrava essere significativamente ostacolata nei dislessici. Peggiore risultava il collegamento, più scarso era l’esito dei test in lettura e ortografia.

Niente paura, stiamo parlando sempre di neurobiologia e funzionalità cerebrale dei dislessici, non di malattia. Si spera che queste ricerche aiutino ad individuare le eventuali cause poter trovare nuove strategie o trattamenti idonei a migliorare le prestazioni dei dislessici!

 

2 commenti su “DISLESSIA: ‘DIFFICILE’ COLLEGAMENTO TRA DUE AREE CEREBRALI”

  • Le connessioni neurali sono impostate geneticamente, ma sono epigeneticamente modificabili cioè forgiabili attraverso l’esperienza.
    Gli studi più moderni sulla dislessia parlano di “sindrome di disconnessione “. Chi vuole intraprendere un’azione per il recupero delle abilità carenti dovute a tali disconnessioni neurali deve necessariamente conoscere e sapere quali sono i risultati che causano dell’apprendimento per poter agire nel recupero. NoN si può più presciNdere da questo tipo di coNosceNze su fuNzioNameNto Neurobiologico e fuNzioNale del cervello per poter risol vere verameNte i problemi di letto scrittura. qualunque opera di recupero che non abbia queste basi e naturalmente non pienamente fruttuosa o funzionale un po’ come dire casalinga e e consegna risultati non sempre validi o non certo spessore

    • Certo, per noi tecnici questo si chiama Medicina Basata sulle Evidenze (in inglese Evidence-based medicine, EBM). Ecco perchè è così importante continuare a ricercare. Grazie Lucia per avercelo ricordato 🙂

Rispondi a lucia COLLERONE Annulla risposta

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

I link nei commenti potrebbero essere liberi dal nofollow.

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.