Nel blog Potatoes’ Mum troviamo un’altra mamma alle prese con l’educazione dei propri figli e con la convinzione che la scuola non funzioni.
Vi riporto una parte del brano sull’ Homeschooling che Potatoes’ Mum ha tradotto, tratto da Teach Your Own di John Holt e Pat Farenga:
“La scuola è un posto dove i bambini imparano ad essere stupidi”. Vedevo che era così, ma non capivo perché. (…) Era paura, noia, e la confusione di dover continuamente maneggiare parole e simboli senza significato. Mi rendo conto ora che si trattava di questo, ma più che altro, del fatto che altri avessero preso il controllo delle loro menti. Erano stati educati, nel senso che erano stati ammaestrati come animali da circo, a fare giochi di prestigio a richiesta, e questo li aveva resi stupidi (perlomeno a scuola).
Sulle basi di molta esperienza, Bateson dice che ciò vale per tutte le creature, ed io sono d’accordo. L’elefante della giungla è più intelligente dell’elefante da circo. Il leone marino del mare è più intelligente del leone marino che suona “My Country, Tis of Thee” con uno strumento. Il topo che mangia tra la spazzatura è più intelligente di quello che corre sulle ruote in un laboratorio. Il lattante che tocca, manipola e testa qualsiasi cosa possa raggiungere, è più intelligente del bimbo che impara, per far piacere alla madre, a toccarsi il naso quando lei gli mostra una carta con sopra scritto NASO.
La domanda più importante che qualsiasi creatura possa farsi è “Su cosa è importante riflettere?” Quando neghiamo a qualcuno il suo diritto a decidere per se stesso, quando cerchiamo di controllare ciò di cui deve occuparsi e che deve pensare, lo rendiamo meno perspicace, con delle risorse, adattabile, in una parola, meno intelligente, in parole povere, più stupido…
Mi torna in mente la poesia di Danilo Dolci: Ciascuno cresce solo se sognato, in particolare dove scrive:
…”C’è chi insegna
guidando gli altri come cavalli
passo per passo:
forse c’è chi si sente soddisfatto
così guidato…
…C’è pure chi educa, senza nascondere
l’assurdo ch’è nel mondo, aperto ad ogni
sviluppo ma cercando
d’essere franco all’altro come a sé,
sognando gli altri come ora non sono”.
grazie per la citazione. bellissimo blog.. un abbraccio!
Bellissimo questo post, siamo in sintonia. Complimenti per il tuo bel blog. Sono una mamma che fa homeschooling x 3 e ho letto tutti i libri di Holt. Lo consiglio a tutte le mamme che si apprestano a fare scuola a casa (e non solo 🙂 ).
Continuerò a leggerti, un abbraccio,
Erika di controscuola.it
Ti leggerò anche io! Ciao
Pur avendo due figli “grandi” (alle elementari), ho una lacuna immensa su questo tema. Non riesco a capire cosa si intende per “educare” rispetto all”ammaestrare”. Io ho sempre inteso il secondo termine con l’atteggiamento di alcuni genitori che insegnano al figlio a fare le cvose per il piacere di esibirlo in società. Da quanto leggo in alcuni blog sembra invece sbagliato anche tenere per le manine il proprio piccolo che vuole camminare anche se da solo non ci riesce; sbagliato anche fare i soliti giochini coi bimbi, come chiedere che battano le manine, mandino bacini e facciano ciao con la manina. E’ questo che intendete con “ammaestrare”? Non vuol dire, invece, insegnare? Cosa c’è di sbagliato?
Per evitare equivoci (che nel linguaggio scritto a distanza non sono infrequenti): le mie sono domande davvero, non provocazioni o accuse…
Si capisce chiaramente la tua preoccupazione :). Il post parlava essenzialmente di scuola, dove purtroppo si assiste sempre più a una forma di ammaestramento, più che di educazione, dove dorebbero essere priviligiati gli interessi e le doti dei bambini.
Più in generale il discorso mi sembra richiami il motto di Maria Montessori: aiutami a fare da solo. Tutto il resto mi sembra superfluo: i bambini hanno bisogno di adulti che li amino per quelli che sono. Allora ben venga tutto il resto…
Grazie per lo spunto di riflessione!
Grazie!