Una nuova ricerca tutta italiana che può portare utili informazioni a noi riabilitatori e che dà un nuovo sguardo sulle difficoltà di apprendimento.

Il team di ricercatori dell’Università di Padova guidato da Andrea Facoetti ha dimostrato per la prima volta come bambini che hanno problemi di attenzione spaziale visiva siano gli stessi che poi con grande probabilità sviluppano la dislessia evolutiva.

Lo studio «A casual link between visual spatial attention and reading acquisition», che è stato recentemente pubblicato sulla prestigiosa rivista «Current Biology» pubblicata da Cell Press, determina un cambiamento radicale per quel che riguarda la teoria intorno alla dislessia e apre la strada a nuovi approcci per l’identificazione precoce del disturbo e per gli interventi riguardanti i bambini per i quali leggere è estremamente difficile.

I ricercatori del Developmental & Cognitive Neuroscience lab e del dipartimento di Psicologia generale dell’università di Padova Sandro Franceschini, Simone Gori, Milena Ruffino, Katia Pedrolli e Andrea Facoetti, hanno studiato bambini per un periodo di tre anni, dalla scuola materna (quindi prima dell’acquisizione della lettura) fino alla seconda elementare, verificando la loro attenzione spaziale visiva, intesa come abilità di estrarre informazioni rilevanti inibendo le informazioni irrilevanti.

Da un punto di vista fonologico, già si sapeva che i disturbi del linguaggio in età prescolare predicono la futura dislessia nel 50% circa dei casi. L’équipe padovana si è invece concentrata sull’aspetto visivo attenzionale, ossia sulla capacità del cervello di isolare singoli simboli sulla carta. Ciascuno dei 96 bimbi coinvolti nella ricerca aveva davanti un foglio con alcune righe di disegnini o simbolini (non alfabetici) e doveva cercare i corrispondenti bersagli scorrendo le righe da sinistra verso destra, individuarli e cancellarli con una matita.

«I deficit di attenzione visiva, testati prima dell’acquisizione della lettura, sorprendentemente predicono molto meglio le abilità di lettura successive in confronto alle abilità di linguaggio misurate anch’esse prima dell’acquisizione della lettura – spiega Facoetti -. Visto che recenti studi hanno dimostrato che specifici programmi di riabilitazione possono migliorare le abilità di lettura, i bambini a rischio di dislessia potrebbero essere trattati con programmi di prevenzione basati sull’attenzione visiva spaziale ancor prima dell’acquisizione della lettura».

«Le competenze chiamate in causa da questo compito di ricerca visiva sono due», spiega Andrea Facoetti. «La cosiddetta ‘scansione seriale’, che riproduce il meccanismo della lettura, simbolo dopo simbolo, e l’attenzione spaziale che deve tener conto della collocazione di ciascun simbolo nel contesto. Dopo questo esperimento, abbiamo seguito per 3 anni lo sviluppo dei bambini coinvolti. L’elaborazione dei dati ci ha portato a conclusioni che possiamo sintetizzare così: i bambini poi diagnosticati come dislessici hanno avuto difficoltà – a livello cerebrale, nulla a che fare con gli occhi – a interagire con i disegnini».

7 commenti su “RICERCA: I PROBLEMI DI ATTENZIONE VISIVA SPAZIALE ALLA BASE DELLA DISLESSIA”

  • A conferma di tale articolo vi dico che mio figlio in età prescolare aveva astigmatismo infantile, in seguito gli è stata diagnosticata lateralità crociata, e disturbo visuo-spaziale, infine in età scolare si è rivelato dislessico, come bisogna agire ora che si trova in terza elementare?

    Grazie

  • io sento che il mio problema riguarda gli occhi ma per diagnosticarlo bisogna andare a reggio emilia o a padova ??non centra niente farsi vedere da 1 oculista specializzato in dislessia ??? e se si qui a milano esiste un ospedale che se ne occupa ???? grazie mille

    • Il problema non è oculistico e si parla di percezione visiva. Tranquilla è solo una ricerca 🙂

  • ciao la mia bimba ha fatto i test per la dislessia pero mi hanno comunicato che non e orientata nello spazio visivo mi hanno consigliato un medico pero non e un psicologo mi sapete dire a chi rivolgermi grazie.

    • Queste notizie che mi dai sono pochine… se mi spieghi meglio forse posso aiutarti. Ciao

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