Non è una notizia recente, ma ho voluto riportarla perchè negli ultimi tempi c'è un crescendo di informazioni riguardanti il tema dell'autismo. Quello che si sta cercando, in questa nostra era tecnologica, sono quegli strumenti che possano fare da tramite tra la vita e il bambino autistico, cercando un modo per bypassare le sue difficoltà. Come vi avevo già detto qui, i robot possono essere un ottimo ausilio per l'apprendimento.
Un nuovo anno è cominciato, tante cose sono passate con il vecchio. Sono giorni in cui tiro qualche somma e sono più propensa alla riflessione.
In particolare, negli ultimi giorni dell'anno, ho avuto modo di capire ancora una volta, quanto sia importante che le persone che lavorano con i bambini e i ragazzi adolescenti siano persone…
Ritorno ancora a parlare di Linee Guida pubblicate dal MIUR riguardanti gli alunni con Disturbo Specifico di Apprendimento. Purtroppo mi sto rendendo conto, nella mia pratica quotidiana come logopedista che lavora in un ente pubblico e che si occupa di valutazione, che spesso il mondo della scuola, dopo la legge 170, ha eretto un muro ancora più alto per difendersi. Ma da cosa? Dalla paura del diverso, dall'ignoranza? Stanno accadendo le cose più strane e assurde: la richiesta continua da parte delle scuole (medie e superiori) di diagnosi aggiornate (anche prima dei 3 anni previsti dalla legge), come se il disturbo dovesse scomparire magicamente o variare in tempi brevi. La richiesta di "sapere cosa fare" fatta ai genitori i quali, poverini, non sanno cosa rispondere. Senza scordare gli atteggiamenti di negazione del problema attraverso i quali gli insegnanti vanno avanti per la loro strada oppure si "rassegnano" ad avere un dislessico in classe, così come successo nella mia città, con gravi conseguenze per il benessere psicologico dei ragazzi. E' questo quello che volevamo dalla legge 170?
C'è ancora tanto da fare....
Per questo continuo nella mia azione di evidenziare le parti più significative delle Linee Guida.

Guardate questo originalissimo video fatto da un giovane dislessico: a modo suo ci spiega come si è sentito a scuola e il rapporto con i suoi compagni, la voglia di dimostrare la sua intelligenza e il saper fare oltre il saper leggere e scrivere.