L’orientamento che prevale oggi dice che “si nasce, vive e muore dislessici“, anche se con una grande variabilità individuale nell’evoluzione del disturbo: alcuni adulti conservano una marcata dislessia, altri (definiti compensatori, il 45%) evitano di esporsi in situazioni pubbliche e utilizzano con successo strategie alternative alla lettoscrittura, altri ancora (definiti in ricerche in paesi anglofoni “recovered“, il 20%), hanno recuperato ed il disturbo compare soltanto in casi di affaticamento o in situazioni in cui sono fortemente disturbati o confusi.
Sussiste, secondo la ricerca anglosassone di Littyinen del 1998, un 35% di dislessici “persistenti”, che continuano a manifestare il disturbo in modo evidente.
Generalmente alcuni segnali che possono permanere sono difficoltà a leggere l’orologio, a conteggiare i resti, a ricordare la sequenza dei mesi dell’anno, ecc: a buone capacità cognitive accompagnano difficoltà procedurali e, a volte, una certa goffaggine nei movimenti e difficoltà di motilità fine.
 
 

2 commenti su “COME EVOLVE LA DISLESSIA IN ETA’ ADULTA”

  • sono una cinqiantenne con un po dislessica ho bisogno di aiuto memorizo poco e ho una scarsa concentrazione e questo mi sta mettendo in crisi sul lavoro e questo senso di icapacita mi distrugge,se potete rispodetemi.Cordiali saluti

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