Qualcuno crede ancora che la dislessia possa avere origine da dinamiche relazionali intrafamiliari. Questo è assolutamente inesatto e può generare tanta confusione nei genitori che si sentono colpevolizzati da una cosa che per molto tempo, prima che la scienza potesse “entrare nel cervello” dei dislessici, è stata un pò una credenza comune.
Ma la dislessia può stravolgere tali dinamiche intrafamiliari. Si crea un circolo vizioso: le credenze svalutative dei genitori riducono nei figli la motivazione ad investire energie nei compiti scolastici.
L’equilibrio emotivo del bambino/ragazzo deve essere l’oggetto principale dell’attenzione di genitori, specialisti e insegnanti.
Una modalità è quella di coinvolgimento i genitori nel trattamento riabilitativo in modo che esposti a nuovi modelli relazionali attivati in seduta dal riabilitatore, modifichino le proprie condotte disfunzionali senza richiesta introspettiva diretta. Informare i genitori delle potenzialità, e non solo delle disfunzionalità, nel ragazzo, permetterà di riguadagnare fiducia nelle sue potenzialità e, automaticamente, il genitore rimanderà un’immagine positiva al figlio.

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