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Il FORMAT NARRATIVO è un modello psicolinguistico per l’insegnamento delle lingue ai bambini della scuola dell’Infanzia, Primaria e del Nido. 
Sviluppato alla ‘Sapienza’ Università di Roma dalla Prof.ssa Traute Taeschner all’interno di diversi Progetti Europei Socrates Lingua, è stato verificato sperimentalmente con successo in più di 120 Scuole dell’Infanzia ed Primarie italiane ed europee ed è attualmente utilizzato da più di 4.000 insegnanti in tutta Europa. Vincitore dell’ORO al Festival per il Programma di Educazione Permanente a Berlino 2007, questo progetto educativo vede coinvolta la Rai e la Provincia di Bolzano per la produzione dei materiali didattici ad esso collegato. 

Hocus e Lotus sono i personaggi che, insieme ai loro amici, vivono le loro avventure accompagnate da una narrazione cantata in inglese, chiara e orecchiabile.

Esiste una serie televisiva, in cui Hocus e Lotus sono i protagonisti, con l’obiettivo di fornire non soltanto un generico contatto o una sensibilizzazione nei confronti della lingua straniera, ma quello di innescare l’apprendimento vero e proprio di una nuova lingua con molte parole e frasi che diventino di uso spontaneo in situazioni quotidiane. 

Infatti ogni narrazione ripercorre le esperienze di vita dei bambini, offrendo loro ambienti fantastici ma riconoscibili come familiari in modo da capire lo svolgimento dell’azione senza disorientarsi. 

Il Format Narrativo si basa su tre concetti fondamentali: 


1. Apprendere la lingua straniera in modo analogo ai processi di acquisizione del linguaggio.
Il bambino inizia a conoscere il mondo ed impara a parlare all’interno di esperienze di carattere ripetitivo condivise con l’adulto; format sono appunto quei «vissuti» che madre e bambino condividono quotidianamente, come per esempio, ai primi stadi evolutivi: la poppata, il cambio pannolini, il bagnetto e così via. In tale contesto, significativo sul piano emozionale e affettivo, si sviluppa la comunicazione, verbale e non. 
2. Realizzare tecniche di insegnamento di carattere operativo e interattivo, coerenti con i processi di acquisizione del linguaggio. Premessa per l’insegnamento/apprendimento della lingua è creare una condizione ambientale favorevole, denotata da un rapporto affettivo e di complicità che motivi il desiderio comunicativo. Il bambino inizia a parlare perché vuole essere capito e comunicare con la persona con la quale è stata instaurata un’interazione affettiva; questo avviene per la prima lingua e analogamente deve avvenire per la lingua straniera. 
3. Porre la comunicazione umana, nelle sue modalità linguistiche, al centro dell’insegnamento/apprendimento della nuova lingua
La realizzazione teatrale di storie, con il supporto della gestualità, della mimica, permette che il significato delle parole e delle frasi venga appreso attraverso un lavoro attivo, ove l’azione scenica dà senso al suono delle parole e la nuova lingua diventa concretamente lingua veicolare.

Per leggere l’intervista alla dottoressa Taeschner andate qui.

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