Ognuno la legga come vuole, ma per me è chiaro che anche l’ultima ricerca sul cervello umano riguardo alla matematica, condotta dal neurologo Josef Parvizi dell’università americana di Stanford, mostra che il nostro cervello non nasce per riconoscere i numerali, così come non nasce per riconoscere le parole, come spiegava già Marianne Wolf nel suo libro Proust e il Calamaro.

Questa scoperta potrebbe aiutare a comprendere meglio la dislessia per i numeri e l’incapacità di elaborare le informazioni numeriche (discalculia). E’ il primo studio in assoluto a mostrare l’esistenza di un gruppo di cellule nervose nel cervello umano che si specializza nell’elaborazione dei numeri.

“E’ una grande dimostrazione di come il cervello cambia in risposta all’educazione – ha sottolineato Parvizi – nessuno nasce con la capacità innata di riconoscere i numerali. E’ interessante notare che l’area che elabora i numeri si trova all’interno di un più ampio gruppo di neuroni che si attiva alla vista di simboli visivi che hanno linee con angoli e curve”. Sembra, ha proseguito Parvizi, che “l’evoluzione abbia progettato questa regione del cervello per rilevare stimoli visivi, come linee che si intersecano a vari angoli. Il tipo di intersezioni a cui una scimmia deve dare un senso rapidamente quando oscilla da un ramo all’altro in una giungla fitta.

Ha concluso Parvizi: L’adattamento di una parte di questa regione a servizio del calcolo è un bellissimo incrocio di cultura e di neurobiologia.
 

 

 

12 commenti su “SCOPERTA L’AREA CEREBRALE DEI NUMERI”

  • Grazie per aver pubblicato quest’articolo , è importante, soprattutto in risposta a quanto pubblicato su Famiglia Cristiana n. 14 !

      • L’articolo si intitola :”Se rifiuta la matematica eviterà tutte le difficoltà” e leggendolo mi sono indignata per come viene descritto il rifiuto ad impegnarsi in una disciplina considerata ostica.L’autore è anche questa volta Osvaldo Poli e vi invito a leggerlo, perchè, anche se non parla espressamente di DSA, descrive una situazione che trovo terribilmente familiare, essendo madre di una ragazza discalculica, che ha avuto la diagnosi del suo disturbo solo a !6 anni…Mi ha colpito la rigidità con cui viene esposto il caso. Ci terrei a conoscere anche la vostra opinione, grazie.

  • Dottoressa Grenci, è curioso: proprio ieri ho letto l’ articolo sulla rivista Le Scienze ed era indeciso se segnalarvelo o meno, perchè non ero certo se riguardava direttamente i DSA; ci stavo pensando quando ho visto che lei mi ha tolto le castagne dal fuoco.
    Per quanto riguarda l’ articolo di Osvaldo Poli, è un chiaro frutto dell’ ortodossia ideologica; i fondamentalismi hanno fatto tanti danni e creato sofferenze nel mondo, e
    continueranno a farli. Finchè ci sarà gente che la pensa in questo modo invece di considerare la realtà così com’è il mondo continuerà a decadere. Le persone come Poli amano le difficoltà e le sofferenze (per gli altri) per favorire il fine del potere,
    vero dramma storico dell’ umanità. Chi scrive non è mai riuscito a capire nulla di matematiica (ho cominciato ora, dopo 35 anni, ad apprendere con fatica i primi rudimenti di algebra elementare) ma non ha esitato ad affrontare altre difficoltà; ed infatti io adesso, mio malgrado, sto affrontando una difficoltà. Dubito che Poli le abbia mai affrontate sul serio. E tuttavia io condivido il pensiero di Dewej, secondo il quale le difficoltà fini a se stesse non servono, ma si deve invece cooperare per migliorare le situazioni.

    • Sottoscrivo in tutto le sue affermazioni ! Ho anche scritto al direttore di FC ma tutt’oggi non ho avuto risposta… Ma se dovesse ripetersi la pubblicazione di altri articoli simili ho intenzione di inoltrare altre lettere di protesta!

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