Children-Piano-Lessons

Oggi ospito un articolo di Mauro Montanari, Docente di pianoforte e lettura musicale – specialista in disturbi specifici di apprendimento in relazione alla musica. 

Il professore Montanari ha pubblicato per la Rugginenti Editore tre libri (in uscita un quarto): Dislessia nota per nota, Dislessia a quattro mani, Metodo per la pratica dell’allievo dislessico.

Di relazioni fra dislessia e musica ho parlato anche qui, dove si legge:

”Lo studio della musica – suggeriscono gli esperti – potrebbe aiutare a sviluppare un circuito cerebrale comune a parole e note contribuendo così a compensare i deficit di lettura”.

Ma come può fare musica un bambino dislessico?

Lascio al professore Montanari la parola e lo ringrazio per questa sua testimonianza!

Qualche giorno fa uno scrittore di romanzi mi chiedeva: “Mauro, secondo te oggi “vanno” più i libri di narrativa o quelli che scrivi tu, i saggi e i manuali di attività specializzate?

Io ho risposto esordendo: “Non essendo un autore di narrativa non ti saprei fare una valutazione concreta…”

In realtà in quel momento mi rendevo conto che, in qualche modo, anch’io avevo narrato la mia storia personale nei testi che ho finora pubblicato, perché avevo descritto un’esperienza autentica che valeva la pena raccontare.

Questa storia comincia con un antefatto importante: l’incontro con qualcuno diverso da te, che devi capire profondamente e di cui ti prendi una fondamentale responsabilità educativa; continua con un evento dirompente: la sua caratteristica nell’apprendere le cose che tu gli spieghi, che non è quasi mai la tua; si conclude con un lieto fine, quello che da sempre ho perseguito e auspicato: l’amore per la musica e la consapevolezza che suonare è importante, non solo per divertirsi, ma per convertirsi – scusate il gioco di parole – a ciò che nella vita conta di più: capire se stessi.

Guardandomi indietro scorgo il filo rosso che ha unito tutte le mie ricerche: la musica, l’educazione, la filosofia, la meditazione, le neuroscienze. E su questo filo il disturbo di apprendimento e la sua irreversibile fatica ha rappresentato dapprima un’inspiegabile difficoltà, che ho trattato concentrandomi, come insegnante, semplicemente sulle soluzioni che intravedevo nella mia intuizione, rinunciando alla pretesa della mia formazione musicale ricevuta; in seguito e a tutt’oggi con i potenti mezzi della conoscenza e della scienza che, pur nella freddezza della loro osservazione, ci aiutano a non fare errori nell’ingenuità o presunzione delle buone intenzioni. Così il titolo di questo mio contributo al Blog di Rossella, presenta e chiarisce in una battuta lo scopo del mio lavoro: usare la musica come strumento per stare meglio e non come fine per esibire una competenza, guadagnando contestualmente una facilità trasversale al linguaggio verbale, sia scritto che parlato.

Infatti, sono ormai noti i benefici dello studio di questa materia, la musica, sul sistema cognitivo, ma lo sono ancor di più per chi è dislessico: il diritto di accesso a quest’esperienza è quindi ancora più urgente e inderogabile.

Questa in breve è la mia storia, ed i miei libri la raccontano ai genitori, agli insegnanti e persino ai dislessici – sono scritti perciò in un formato grafico adeguato -, perché credo evidente che un manuale o un saggio che debba trasmettere un metodo di lavoro e illustri un diverso modo di apprendere, riguardi non solo la consapevolezza dell’insegnante, ma anche quella del soggetto a cui si rivolge.

La lettura di questi testi, quindi, rappresenta un percorso di trasformazione – dell’essere per fare – che revisiona le aspettative, soccorre i dubbi, e apre una nuova via a tutti coloro che vogliono iniziare l’Altro alla soddisfazione dell’esperienza musicale che non va semplicemente insegnata, giacchè chiunque nasce già con delle cose da dire artisticamente, ma ritrovata grazie a una condotta e a una didattica che vada incontro all’allievo e non il contrario.

Mauro Montanari

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