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E voi ve lo siete mai chiesto? Se non lo avete ancora fatto o se alla domanda non avete trovato le risposte giuste ecco un progetto di un giovane designer dislessico inglese, Sam Barclay, dal titolo appunto  “I wonder what it’s like to be dyslexic” (Mi chiedo che cosa voglia dire essere dislessico). L’idea innovativa ha raggiunto in breve tempo il target di budget necessario alla realizzazione del libro. 

La gente di tutto il mondo lotta con la lettura per una serie di motivi, tra cui la dislessia, la mancanza di istruzione e una lingua sconosciuta, per citarne alcuni. Le persone con difficoltà di lettura sono spesso in grado di pensare in modi diverso dagli altri e, come risultato, sono capaci di vera grandezza, ma queste persone sono spesso incomprese e, di conseguenza, trattate ingiustamente.

E così Sam ha fatto una cosa molto originale: ha lanciato in rete il progetto di un libro (sul popolare sito di crowdfounding Kickstarter) che tramite la tipografia vuole sensibilizzare sulle difficoltà quotidiane di un dislessico.

Sam Barclay si è basato su approfonditi studi neurologici e test della percezione. Barclay ha impiegato un numero di effetti psicologici per offuscare deliberatamente il testo. Parole che vengono tagliate a metà, distanziate irregolarmente e modificate in modo che  rimangano leggibili, ma solo con grande sforzo da parte del lettore. Il lavoro di Barclay non vuole avere alcuna pretesa di veridicità scientifica ma vuole essere una sua interpetazione di come ci si sente a lottare con la lettura.

Il libro di Barclay si fonda sugli inganni visivi, spesso incontrati nei corsi di psicologia, come la Pregnanza e l’effetto Stroop. In realtà, Il giovane Sam è convinto che la sua capacità di progettare sia il risultato del suo modo di “guardare” il mondo in modo atipico.

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È stato fatto un grande sforzo per fornire strumenti volti ad aiutare e migliorare la lettura dei dislessici, ma molto poco è stato fatto per dare a coloro che li circondano una comprensione di come ci si sente davvero a lottare contro le loro difficoltà di lettura.

Se coloro che li circondano – siano essi i loro insegnanti, genitori o compagni di studio – possono cominciare a capire come  si sente un dislessico quando è faccia a faccia con una pagina di testo, l’impatto positivo sulla loro autostima si farà sentire per il resto della loro vita.

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Qui di seguito potete vedere il video che Sam Barkley ha realizzato per presentare il suo libro (in inglese, naturalmente).

 

Un commento su “MI CHIEDO CHE COSA VOGLIA DIRE ESSERE DISLESSICO…”

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