Nelle Linee Guida della legge 170 viene dedicato un paragrafo all’Area del calcolo dove si legge:

Riguardo alle difficoltà di apprendimento del calcolo e al loro superamento, non è raro imbattersi in  studenti che sono distanti dal livello di conoscenze atteso e che presentano un’ impotenza appresa, cioè un vero e proprio blocco ad apprendere sia in senso cognitivo che motivazionale.
Sebbene la ricerca non abbia ancora raggiunto dei risultati consolidati sulle strategie di potenziamento dell’abilità di calcolo, si ritengono utili i seguenti principi guida:


– gestire, anche in contesti collettivi, almeno parte degli interventi in modo individualizzato;
– aiutare, in fase preliminare, l’alunno a
superare l’impotenza guidandolo verso l’ esperienza della propria competenza;
analizzare gli errori del singolo alunno per comprendere i processi cognitivi che sottendono all’ errore stesso con intervista del soggetto;
pianificare in modo mirato il potenziamento dei processi cognitivi necessari.

In particolare, l’analisi dell’errore favorisce la gestione dell’insegnamento.
Tuttavia, l’unica classificazione degli errori consolidata nella letteratura scientifica al riguardo si riferisce al calcolo algebrico:
errori di recupero di fatti algebrici;
errori di applicazione di formule;
errori di applicazione di procedure;
errori di scelta di strategie;
errori visuospaziali;
errori di comprensione semantica.

L’analisi dell’errore consente infatti di capire quale confusione cognitiva l’allievo abbia consolidato in memoria e scegliere, dunque, la strategia didattica più efficace per l’eliminazione dell’errore e il consolidamento della competenza.
Riguardo agli strumenti compensativi e alle misure dispensative, valgono i principi generali secondo cui la calcolatrice, la tabella pitagorica, il formulario personalizzato, etc. sono di supporto ma non di potenziamento, in quanto riducono il carico ma non aumentano le competenze.

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