Prima che Edward Gardner, studioso dei processi creativi famoso per la teoria delle intelligenze multiple, esponesse la sua teoria sulla creatività, la maggior parte degli psicologi consideravano la creatività un tratto che gli individui possiedono in misura maggiore o minore, che poteva essere applicato a un qualsiasi contenuto e che poteva essere efficacemente misurato per mezzo di brevi test fatti con carta e matita: prontezza verbale prontezza verbale e associazioni disparate associazioni disparate hanno poco a che fare con ciò che distingue i grandi geni della creatività. Gardner asserisce che al principio di un processo creativo, per un individuo, la cosa più importante è percepire una sintonia emotiva con qualcosa, cioè la creatività scaturirebbe da un’affinità.
“Io non ho talenti particolari”” affermò affermò Einstein: “La mia è solo una curiosità appassionata”. I grandi creativi sono stati portati dalla passione ad avere comportamenti imprevedibili, che all’esterno possono essere sembrati incoerenti. Dalla passione iniziale deriva una componente importante del processo creativo che è la costanza Come disse Edison: “Il genio sta nel tener duro… il genio è inspirazione per l’11% e per il 90% sudore”.. Le persone creative sono spesso anticonformiste anticonformiste perché vedono il mondo circostante con una visuale unica. Il grande psichiatra svizzero Carl Carl Jung Jung disse: “Se uno non capisce una persona tende a considerarla come una sciocca”. La pratica e la continua messa alla prova delle proprie capacità è un altro atto necessario per la realizzazione di un potenziale creativo, e la capacità di fare domande.. E’ di Leonardo Da Vinci la frase “Il ferro si arrugginisce, se non lo si usa; l’acqua perde la sua purezza stagionando, e col freddo gela; allo stesso modo l’inattività toglie linfa al vigore della mente”. Un elemento cruciale per coltivare la creatività è il tempo a cui è legata la capacità di concentrazione. Un’altra abilità creativa fondamentale è Un’altra via che porta all’intuizione è quella che Stemberg chiama combinazione selettiva, cioè essere in grado di combinare le informazioni in modo creativo. Accanto alla combinazione selettiva esiste il trasferimento cioè stimolare la ricerca di un adattamento, appropriato all’idea creativa e scoprire, così, le relazioni.
Un altro modo di aiuto alla creatività viene dagli insegnamenti di madre natura, prima che attingere dalla conoscenza o dalla padronanza, la creatività affonda le sue radici nell’infanzia. Einstein disse: “La cosa più importante è vedere con gli occhi di un bambino”. E’ proprio la freschezza infantile freschezza infantile con cui hanno approcciato il loro lavoro che accomuna la creatività dei dislessici famosi. Un posto a parte merita l’immaginazione che è una dote prevalente dei dislessici dotati. dotati. Essa dà accesso ad un processo creativo dei più brillanti: l’analogia. Diverse ricerche realizzate negli Stati Uniti, hanno dimostrato la genialità e le potenzialità dei dislessici. Partendo dalla constatazione che le abilità o disabilità di tali soggetti non sempre sono riconosciute, viene fatta una classifica in tre sottogruppi: 1. Studenti identificati come dotati che hanno lievi disturbi di apprendimento; 2. Studenti identificati con disturbo di apprendimento che sono anche dotati; 3. Studenti non identificati le cui doti e disabilità possono possono essere mascherate da un risultato scolastico nella media. (Landrum, 1989; Baum, 1994) Per tutti e tre i sottogruppi le conseguenze emotive e sociali possono essere pervasive e debilitanti in maniera crescente se non viene fatta la diagnosi e prescritto il giusto trattamento prima dell’adolescenza. Questi studenti mettono spesso alla prova la loro autostima dentro e fuori l’ambiente scolastico. (Simpson, 1992) Infatti, un bambino dislessico deve fare i conti con una quantità di errori enorme, molto di più di un coetaneo normolettore, perché ciò che deve imparare passa attraverso la trasmissione scritta della cultura. Quindi, per un dislessico, passa per la strada più ardua! Questa ripetizione continua di un gesto apparentemente banale può sviluppare in lui tensione notevole per automiglioramento, ma necessariamente deve fare suo il detto: “sbagliando s’impara”.. Se non si ha paura di sbagliare si hanno molte meno remore nel tentare …! Qui la scuola e gli adulti hanno un compito molto delicato! I dislessici sono quindi più abituati a commettere errori. Goleman scrive che alcune ricerche indicano che le persone altamente creative compiono più errori delle controparti meno dotate di immaginazione, nono solo perché sono meno abili, ma solo perché fanno più tentativi di altri. Robert Kennedy disse che “solo coloro che hanno coraggio di affrontare i grandi insuccessi possono ottenere grandi successi”.. Edison diceva: “Non ho fallito ho trovato un modo in cui questa cosa non funziona!”,, spostando così l’atteggiamento di fallimento in atteggiamento di vittoria.

7 commenti su “LA DISLESSIA E LE TEORIE SULLA CREATIVITA’”

  • Bueno!
    devo decidermi a comprarlo…
    (ma consolarsi un pò non risolve i problemi né la fatica quotidiana)
    saluti
    a.

    • Non è di consolazione che si ha bisogno, ma di comprensione! 🙂 Comprendere aiuta a capire e, se necessario, anche a consolarsi. Ma la sola consolazione non serve a granchè!!!!
      Ciao

      • Siamo pienamente in accordo….
        Riflessione: ho passato la mia esistenza a cercare di capire cosa sono, continuo a farlo, sono pienamente consapevole del mio “essere”; è il mondo circostante che non lo capisce. ….. Morale : si passa l’esistenza a navigare controcorrente.
        Tutti colgono la mia diversità, ho una personalità talmente spiccata che difficilmente (ahimé) passa inosservata, tanto che, il mio contesto sociale, dalla mia persona si aspetta risposte; risposte che però non mi appartengono ma che rientrano nella logica della “Loro proepsettiva”.
        Sono una donna cocciuta!
        Imporre i miei prodotti è una fatica immane ma che sta lemtaemte rivoluzionando “un modo di pensare”.
        Difficoltà: è nella natura di ognuno di noi desiderare la normalità ed io non sono immune a tutto questo, a volte si ha la sensazione di combattere per qualcosa che tu sola vedi…. è sconfortante! ma in fondo chi lo dice che io “veda giusto”?:

  • per me questo è il libro più bello che io abbia letto sulla dislessia, non solo per il contenuto, che è eccellente, ma anche per la scrittura. è un saggio poetico, pieno di amore. dopo questo libro ero in pace, ma soprattutto ho realizzato, che la dislessia non si può capire, ma solo accettare, accogliere e guardare dove questi ragazzi/e ci portano, sono un mondo tutto da scoprire. ciò non vuol dire che è facile, tutt’altro, perché la spesso ‘non volontà di conoscere’, e piuttosto continuare a giudicare la si incontra continuamente nelle istituzioni.un DIVERSO mette in discussione tutto il sistema esistente. parliamo di universi paralleli e abbiamo paura di bambini che vivono il mondo diversamente. è segno in fondo di povertà.vorrei a questo punto fare sapere, che nelle varie scuole cosiddette libere, come per esempio sudbury valley school (esistono da più di 35 anni ormai in tutto il mondo), oppure la lindenschule in austria (ho parlato personalmente con il gestore, e questa scuola esiste da ormai 15 anni)
    questo problema non esiste, magari ci sono dei ragazzi che sanno peggio l’ortografia o altro,ma non vengono stigmatizzati e poi questi ragazzi hanno la possibilità di fare ciò per il quale naturalmente sono portati. la ns. ricchezza è anche la nostra diversità e rende questo mondo tanto meraviglioso.
    grazie per questo blog e il tuo lavoro svolto per tutti i ragazzi
    una madre di tre ragazzi tutti unici nel loro modo di essere

    • Sono senza parole Karin… è il più bel commento al mio libro che abbia mai ricevuto! Grazie anche per le tue riflessioni così serene!
      Un abbraccio

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