Sorridente davanti ai media

“Sono molto riconoscente, sono simpatici a Stoccolma, ma non sono solo e quello ricompensato con il Nobel è un lavoro collettivo che risale a 30 anni fa”. Queste le parole  del premio Nobel per la chimica, Jacques Dubochet che, durante la conferenza stampa all’Università di Losanna, ha spiegato il perché è stato insignito del prestigioso riconoscimento per la chimica insieme al lavoro di altri due ricercatori premiati, uno attivo negli Stati Uniti e l’altro in Gran Bretagna.

I tre ricercatori hanno messo a punto, negli ultimi 20 anni, la tecnica della microscopia crioelettronica, portando la biochimica in una nuova era. Questa tecnica permette infatti di esplorare la struttura tridimensionale di proteine molto importanti, perché mette insieme dimensioni ridotte e grande freddo e rende possibile visualizzare le biomolecole dopo averle congelate molto velocemente attraverso il metodo della vitrificazione preservandone la forma naturale. Così si possono vedere meglio, ad esempio, le biomolecole che rendono i batteri resistenti agli antibiotici e quelle che si trovano sulla superficie del virus Zika.

Ma cosa rende “speciale” questo anziano professore in pensione? Il suo curriculum vitae che è sul sito dell’Università di Losanna, nel quale ha scritto: Primo dislessico ufficiale nel cantone di Vaud – questo mi ha permesso di andare male in tutto … e di capire coloro che hanno difficoltà.

Un curriculum divertente e realistico, considerando quello che scrive della sua nascita e prima infanzia:

Curriculum vitae
 
Ottobre 1941
Concepito da genitori ottimisti.
1946
Non teme più il buio, perché il Sole torna; è stato Copernico a spiegarcelo. 
1948-1955
1ª parte di una carriera scientifica sperimentale a Vallis e Losanna (strumenti: coltelli, aghi, corde, fiammiferi).

Ai giornalisti Dubochet ha spiegato: “la dislessia è stata individuata molti anni fa da un responsabile scolastico. I risultati, durante tutto il liceo, erano pessimi, e con gli anni diventavano sempre più pietosi in tutte le materie. Utilizzavo la dislessia per giustificare la mia pigrizia. Ero anche anche un po’ asociale, il mondo non mi andava a genio… ma adesso non va male e ogni 10 anni mi dico che va meglio”.

Auguri Professore!

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