Immagina un mondo in cui la dislessia sia intesa come un’iperabilità piuttosto che come una disabilità. Il progetto anglo-americano Inside Out mira a cambiare la connotazione negativa della parola dislessia.
A Londra, l’estate scorsa, 134 partecipanti di tutti i ceti sociali, hanno usato i loro ritratti in bianco e nero su larga scala per fare una dichiarazione sulla loro dislessia. Hanno celebrato pubblicamente la loro dislessia come: artisti, comici, scrittori, architetti, designer, chef, imprenditori, scienziati, medici, un giudice dell’alta corte e molti altri. Questi ritratti sono stati incollati sul pavimento del sottotetto del Design Museum e rappresentano un’enorme comunità di dislessici che stanno abbracciando la loro differenza, il loro pensiero dislessico e lo usano nel lavoro come punto di forza, a loro vantaggio.
Tuttavia, l’azione di gruppo fa parte di qualcosa di molto più grande dei propri risultati individuali: fa parte di un movimento politico più ampio per il cambiamento sociale e la difesa.
Come riportato sul loro sito:
Il nostro obiettivo è mostrare al mondo i punti di forza che derivano dall’essere dislessici. Quando i dislessici trovano un lavoro che amano, con grande impegno, collaborazione e tecnologia, volano.
Il nostro obiettivo è, quindi, cambiare la connotazione negativa della parola dislessia. Questi ritratti sono di dislessici che abbracciano la loro differenza, usano il loro pensiero dislessico e si concentrano sui punti di forza dislessici; come la creatività, la risoluzione dei problemi, l’empatia e il vedere in tre dimensioni. La società ha bisogno di questo tipo di pensatori.
The Inside Out Project è una piattaforma che offre a tutti l’opportunità di fare una dichiarazione mostrando in spazi pubblici dei ritratti in bianco e nero su larga scala dei membri della loro comunità. Attraverso la loro azione, le comunità di tutto il mondo difendono ciò in cui credono e danno vita a un cambiamento globale a livello locale. Inside Out è un progetto artistico globale gratuito che consente alle comunità di trasformare le loro storie non raccontate e ciò che rappresentano in un’opera d’arte pubblica!
I manifesti sono esposti in spazi esterni visibili al pubblico. Tra i creatori del progetto il designer Jil Gershoni, di cui ho parlato nel mio libro La dislessia. Dalla scuola al lavoro nel terzo millennio.