Oggi vi presento una donna speciale per tanti motivi. Molti di voi genitori la conosceranno perché si tratta di Adriana Cantisani, la tata di SOS Tata. Non solo: Adriana è inventrice di English is Fun! metodo innovativo, diffuso a livello nazionale, per insegnare l’inglese ai più piccoli, e che unisce gioco e apprendimento, raccontato poi nel libro Tata Help!
Dopo aver letto questo articolo del mio blog ed essersi riconosciuta, ha lasciato un commento così che la potessi contattare e conoscere meglio.
A parte i suoi blog di lavoro, Adriana ha un blog personale, ed è proprio lì che ha raccontato la sua storia di dislessica, di flower girl, sbocciata un po’ in ritardo ma, come direbbe Giacomo Cutrera, ha poi “spaccato” nella vita adulta.
Così si racconta Adriana nel suo blog:
Per me gli studi erano una cosa quasi impossibile. Fin dalla terza elementare è sempre stato un percorso in salita. Le mie maestre mi definivano una bambina buona, dolce, intelligente ma estremamente timida, “persa” e svogliata. I miei professori alle superiori scuotevano la testa e mi chiedevano se ero sicura di voler fare l’università “sai, è tanto difficile”. Solo Mrs Eveleth credeva in me. Non a caso era la professoressa di psicologia. Ed è stato proprio perché mi piaceva lei che mi sono iscritta alla facoltà di psicologia della University of California a San Diego. E perché volevo capire perché non capivo quello che studiavo.
All’epoca non si parlava di DSA, eri semplicemente un po’ tonta, svogliata, incapace, pigra e potrei continuare ma non voglio. Non voglio ricordare gli aggettivi usati perché mi viene in mente solo la mia ansia di dimostrare che non ero tutte quelle cose. Ricordo l’ansia che si tramutava in vomito ogni volta che c’era il compito in classe, il vomito che usciva dalla mia bocca subito dopo la colazione e poi due ore dopo, prima del compito, in un bagno con le mattonelle verdi e senza porte. E poi il terzo vomito della giornata quando uscivo da scuola e dovevo camminare i cinque blocks (isolati) che mi riportavano a casa. Cinque isolati per pensare cosa avrei detto ai miei genitori. Cinque isolati per sentirmi stupida ed un fallimento. Cinque isolati per essere ridicolizzata dai miei compagni di classe. Cinque isolati per pensare a Lady Diana e a quanto bello doveva essere “essere una principessa”. Nel 1978 odiavo il numero 5.
Ringrazio Adriana Cantisani per avermi concesso la possibilità di parlare di lei in questo articolo. Se volete conoscere meglio Adriana vi consiglio di visitare il suo blog ufficiale!
grazie! <3