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Qual è il modo migliore per preparare i propri figli alla vita?  E’ giusto educare all’obbedienza o alla libertà? Senza scuola si può diventare grandi?

Lucio e Anna, già registi del pluripremiato Unlearning raccontano nel docufilm Figli della libertà la loro storia di genitori alle prese con il mondo della scuola, e il loro viaggio per conoscere pedagogisti, pediatri e formatori; incontreremo chi a scuola non ci è mai andato e chi a scuola ha chiesto di andarci.

Niente compiti, niente voti.
Niente premi e punizioni.
Nessun banco.
Nessun autoritarismo.
Si può diventare grandi così, senza cadere in confitto con il mondo reale? 

Definito dalla critica “un film profondamente onesto, in cui non troveremo soluzioni impacchettate da applicare, convinzioni assodate da trasmettere o teoremi da dimostrare.”

Senza scuola si può diventare grandi?

In questo film c’è una bambina che va in una scuola strana: non ci sono né voti, né banchi, né adulti che comandano.

Se un giorno si vuol stare a giocare a palla bene, si scriverà domani.

Questa bambina ha un papà che all’ inizio ci sballa a far crescere la figlia libera, poi gli cominciano a venir dubbi.

“Magari mi cresce una selvaggia che corre nuda per i boschi e che finisce a fare i posaceneri con le lattine e suonare i bonghi in piazza” pensa preoccupato.

Prende lo zaino e va a cercare chi è cresciuto in modo simile, per capire se ha fallito o meno nella vita. Incontra Andrè Stern, Silvano Agosti e un botto di altri, meno famosi.

Questo papà ha una moglie che insegna in una scuola normale e che si tormenta se la sua scelta è buona o meno. Allora va a chiedere consiglio agli esperti. Chiede a Daniele Novara, a Monica Guerra, Francesca Antonacci e a Emily Mignanelli. Non contenta interroga Paolo Sarti, Paolo Mottana, Erika Di Martino e Raffaella Cataldo e ognuno le dice la sua. Sono tutti dei fighi, cercateli su Google.

Intanto per la bambina sta arrivando l’esame e l’atmosfera di cazzeggio comincia a cambiare.

Tabelline. Corsivo. Il giorno del confronto con il mondo reale, quello cattivo che ti giudica e ti limita, sta per arrivare.

Un anno di vita fra viaggi, discorsi, giochi e deliri per capire se il sistema si può cambiare, se educare all’obbedienza è giusto o meno e se la felicità è una roba per ricchi e fricchettoni.

Con uno stile leggero e irriverente “Figli della libertà” mette in discussione la delega dell’istruzione chiedendosi se la scuola è un sistema di controllo che disciplina e limita la libertà o se siamo genitori “so tutto io” incapaci di accettare che quel sistema che tanto critichiamo siamo anche noi.

Figli della libertà arriva in uno speciale DVD con oltre 2 ore di Extra, con un packaging minimale ed ecologico che non contiene plastica.

Un documentario coraggioso, audace, provocatore. Per un nuovo immaginario di scuola.

Un commento su “FIGLI DELLA LIBERTA’”

  • Non è giusto educare all’obbedienza, ma alla libertà, far sviluppare l’intelligenza che si interroga, che scopre il mondo senza filtri e pregiudizi, ed arrivare ai concetti di giusto e sbagliato, che possono anche essere diversi dal comune, attraverso questa ricerca. La società in realtà tratta le persone come “computer” da programmare attraverso un condizionamento attuato sin dall’infanzia: si inculcano modelli dall’esterno e di fatto, per molti aspetti, quella che viene definita educazione si risolve in una manipolazione del bambino ad opera dell’adulto, forse spesso in ottima fede, ma si tratta sempre di condizionamento. La scuola è appunto il luogo in cui l’omologazione sociale raggiunge i massimi livelli, è l’agenzia dell’omologazione per eccellenza.

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