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70 anni e non li dimostra, Daniel Pennac (alias Daniele Pennacchioni) è stata “l’attrazione” del VII Seminario “Giovani adulti con DSA: Diagnosi e Traiettorie di Sviluppo“, un evento organizzato dal Servizio Accoglienza Studenti disabili e dislessici dell’Ateneo modenese, in collaborazione con l’Arcispedale Santa Maria Nuova di Reggio, il Policlinico di Modena, l’Associazione Italiana Dislessia.

Lo scopo di questi convegni, ormai da anni, sono quelli di promuovere una maggiore conoscenza e sensibilizzazione sulle complesse problematiche che interessano i giovani studenti che intraprendono la carriera universitaria. 

E Pennac, cosa c’entra? Per chi ha letto il suo saggio pubblicato in Italia nel 2008, Diario di Scuola, si capisce chiaramente che i suoi sono i ricordi di un alunno “sofferente”, come si è definito lui stesso, probabilmente dislessico o meglio, disortografico (ma lui non ne parla mai in questi termini). Quindi Pennac ha tenuto una lectio magistralis dal titolo: Storia di un cattivo lettore che diventa scrittore.

Durante il Convegno Pennac è stato insignito di una medaglia col sigillo dell’Università di Modena e Reggio Emilia, quale riconoscimento per il suo lavoro, mentre l’anno scorso l’Università di Bologna gli ha conferito una laurea ad honorem in Pedagogia.

Daniel Pennac è nato nel 1944 in una famiglia di militari, passa la sua infanzia in Africa, nel sud-est asiatico, in Europa e nella Francia meridionale. Ha vissuto in Etiopia, in Algeria e nell’Africa equatoriale. Ha fatto anche il mozzo lungo la Costa d’Avorio. Pessimo allievo, solo verso la fine del liceo ottiene buoni voti, quando un suo insegnante comprende la sua passione per la scrittura e, al posto dei temi tradizionali, gli chiede di scrivere un romanzo a puntate, con cadenza settimanale. Ottiene la laurea in lettere, all’Università di Nizza, diventando contemporaneamente insegnante e scrittore.

Pennac è un professore che crede profondamente nel suo lavoro, un lavoro fatto di contatti diretti con i suoi studenti ma anche di modalità originali per insegnare la letteratura. “Per prima cosa un insegnante dovrebbe interessarsi allo studente, cercare di capirlo, poi passare con passione all’insegnamento della propria materia specifica, il che presuppone a sua volta una passione personale per quel campo. Ma oggi, nelle scuole, spesso questo processo è totalmente invertito”.

Il professor Pennac ha avuto una marcia in più in quanto lui per prima è stato un allievo “somaro” e sa bene cosa significa! Sa bene che basta il 10% dei professori per fare la differenza nella carriera di un alunno difficile. Questa è la sua percentuale: “sono stati quei 3-4 professori che mi hanno salvato dalla scuola”, ha detto e ha scritto anche nel suo libro.

Qui il video di Youtube dell’intervento di Pennac, per il momento solo in francese…

 

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