Sono davvero molto contenta che le ricerche scientifiche continuino a confermare tutto quel filone di studi sulla parte destra del cervello nei dislessici, cosa che ho ampiamente documentato nel mio fortunato libro de Le Aquile sono nate per volare.

Infatti è di questi giorni la notizia che alcuni ricercatori giapponesi hanno scoperto che i piccoli con una maggiore attività e un ampio numero di connessioni nervose nell’emisfero destro del cervello sarebbero i più favoriti nel recuperare meglio le capacità di lettura. I dati, pubblicati sui Proceedings of the National Academy of Sciences, indicano che attraverso la risonanza magnetica funzionale (per chi ha letto il mio libro ne avevo già parlato) si può capire se il bambino farà più o meno progressi. 

Il dottor Stefano Vicari, primario di neuropsichiatria infantile all’ospedale Bambino Gesù di Roma commenta: «Individuare chi ha maggiori potenzialità di compensare la dislessia sarebbe molto utile, soprattutto se riuscissimo a distinguere chi recupera spontaneamente da chi invece ha bisogno di una riabilitazione. A oggi non esistono strumenti efficaci per prevedere come evolverà un dislessico, ma se li avessimo potremmo “mirare” meglio gli interventi rendendoli più efficaci».

Questa è un’ulteriore conferma che, per alcuni dislessici, la creatività, il pensare per immagini e tutte quelle attività di tipo “olistico” della parte destra del cervello, sono una prerogativa ed indice di genialità!

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