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Tag: Neonati

AROMATERAPIA NELLA STANZA DEI BAMBINI

L'argomento di cui vi parlo oggi è l'aromaterapia tramite diffusione nell'ambiente domestico. L'aromaterapia è una disciplina che utilizza gli oli essenziali per mantenere e curare la salute del corpo, grazie agli effetti benefici degli aromi tratti dagli oli essenziali, che altro non sono che estratti di piante o vegetali. L'aromaterapia ha diverse tecniche di applicazione e ci sono esperti…

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CRESCERE CON LA NINNA NANNA

La ninna nanna è molto importante nello sviluppo linguistico ed emotivo del bambino. Attraverso la ninna nanna il bambino riceve le prime informazioni di linguaggio verbale in modo semplice, ripetitivo, melodico. Più la ninna nanna ha una struttura elementare, più viene "assorbite" dal bambino. Ritmo, parole affettuose, dondolamento e contatto, sono il modo migliore per…

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SCUOTERE UN NEONATO SIGNIFICA MALTRATTARLO!

3214db970e136a3fa67a8b860dc1127euniqueidcmcimage1 E' una notizia molto triste ma devo parlarne perchè tanti, come me, non sanno che esiste una sindrome, la Sindrome del Bambino Scosso (Shaken Baby, SBS), e che a causa di ciò un neonato versa in gravi condizioni a Torino. Questo può accadere quando un genitore, esasperato dal pianto prolungato del bambino, lo scuote energicamente. La Sindorme BS è considerata una grave forma di maltrattamento del neonato, anche se spesso i genitori non vogliono recare danno al bambino ma farlo smettere di piangere. Quanti genitori sanno questa cosa? Solo il 30%! Questo tipo di azione "aggressiva" può causare danni permanenti a livello neurologico, se non addirittura la morte del neonato. C'è anche una variante di questa sindrome, shaken impact, dove il bambino oltre ad essere scosso è letteralmente scaraventato sul letto o addirittura su piani solidi. Su Educabimbi si legge:

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IL FETO APPRENDE ATTRAVERSO L’UDITO

93715282 Il feto ricorda i suoni e le voci che sente durante la gravidanza, è in grado di riconoscerli anche dopo nato, reagendo differentemente agli stimoli che essi procurano al suo cervello. Questa è la notizia derivante da uno studio condotto da un gruppo di ricercatori coordinati da Eino Partanen dell’istituto di scienze comportamentali dell’università di Helsinki in Finlandia (la ricerca è stata pubblicata dalla rivista dell’accademia delle scienze americana Pnas) e che si pensa possa prevenire disturbi legati al linguaggio, compresa la dislessia.

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